75 anni di storia
(4 febbraio 1945 - 4 febbraio 2020)
Il Sodalizio degli abruzzesi "San Camillo de’Lellis” è un’associazione fra persone di fede cattolica che siano abruzzesi di nascita o di origine o che si sentano legati da speciali vincoli alla terra d’Abruzzo.
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Nel settembre 1943, per dare assistenza ai sinistrati e ai profughi che affluivano dalle provincie d’Abruzzo investite dal ciclone della guerra, alcuni abruzzesi residenti a Roma si riunirono in via Firenze presso lo studio dell’avvocato Lucio Luciani, originario di Ortona, per dar vita al “Comitato di Assistenza per gli Sfollati d’Abruzzo”. Un giovane sacerdote aquilano, Mons. Corradino Bafile, che all’epoca prestava servizio presso la Segreteria di Stato del Vaticano, fu tra i principali promotori del Comitato. La stampa fece conoscere tale organizzazione e subito affluirono da parte degli abruzzesi residenti nella capitale offerte in denaro, indumenti e ogni altra cosa utile. L’urgenza della carità, in quell’ora di emergenza, era sentita da molti e l’attività di assistenza presso la sede del Comitato si svolgeva in un’atmosfera di vera carità cristiana. Mons. Bafile non solo procurava le tessere per consumare i pasti nel Circolo di S. Pietro, ma si adoperava di continuo per procurare alloggi e posti di lavoro.
Un triste giorno dell’inverno del 1943, quando il Comitato aveva un paio di mesi di esistenza, un provvedimento governativo disciolse tutti i Comitati regionali di assistenza ai profughi, compreso il nostro, e ne incamerò i fondi.
Alberto Sciolari, originario di Lanciano, insieme a Mons. Bafile lanciarono l’idea di continuare il lavoro di aiuto agli sfollati, ponendo il Comitato di Assistenza per gli Sfollati d’Abruzzo sotto l’egida del Vaticano. Venne costituita la “Conferenza S. Camillo de’ Lellis degli Abruzzesi”, essendo sembrato logico porre gli sfollati d’Abruzzo sotto l’egida dell’Eroe abruzzese della Carità. La sede fu fissata in una stanza della Chiesa di Santa Maria in Via, al Tritone, caritatevolmente messa a disposizione dai religiosi “Servi di Maria”.
Dopo che il fronte passò, spostandosi verso Nord, gli sfollati poterono far ritorno alle loro case, ma non tutti lo fecero. Ad alcuni che avevano trovato lavoro a Roma non sorrideva l’idea di tornale nel paese natio per abitare fra i ruderi di una casa depredata. Sebbene l’urgenza della carità a Roma era diminuita, ne perdurava una speciale esigenza. In quel frattempo, quei pochi che si trovarono a dirigere lo spontaneo movimento di soccorso e di solidarietà umana si avvidero che l’azione svolta dalla Conferenza San Camillo de’ Lellis degli Abruzzesi non era di carattere contingente, non poteva considerarsi transitoria e non si poteva esaurire nei confini ristretti della azione stessa. Ciò perché in una vasta colonia come quella abruzzese vivente in Roma vi erano sempre bisogni da soddisfare, che necessitavano talvolta di una assistenza continua, proiettata nel futuro e di svariatissima forma.
Fu così che si pensò all’opportunità di rendere più ampio e stabile l’organizzazione caritativa di emergenza della Conferenza di San Camillo de’Lellis, il che si concretizzò nella fondazione del “Pio Sodalizio degli Abruzzesi”, sul modello di altri Pii Sodalizi che esistevano dai tempi della Roma dei Papi.
Ecco come il Bollettino del Pio Sodalizio degli Abruzzesi “S. Camillo de’Lellis” (anno 1- N.1 maggio-agosto 1945) riferisce sull’avvenimento: “Il 4 febbraio scorso, dietro invito della Conferenza San Camillo de'Lellis degli Abruzzesi, pubblicato sull’Osservatore Romano e su Il Quotidiano, conveniva nella Chiesa della Maddalena, nella piazza omonima, una folta e scelta rappresentanza della Colonia abruzzese. In detta Chiesa, presso il sepolcro glorioso di San Camillo de Lellis, celebrava il Sacrificio Eucaristico Sua eminenza il Cardinale Tedeschini, figlio della nostra terra. Indi i presenti passavano nell’ attigua Aula Capitolare dei Religiosi Ministri degli Infermi, l’Ordine fondato da San Camillo, detto comunemente dei Camilliani. Quivi a nome della conferenza promotrice, Mons. Corradino Bafile esponeva il programma della fondazione di una associazione, che stringesse insieme, nel nome di Cristo e della natia terra gli Abruzzesi di Roma. Avendo gli astanti dato calda adesione a tale proposta, si procedeva senz’altro all’approvazione del seguente Atto Costitutivo”.
L’atto costitutivo veniva sottoscritto primo fra tutti dal Cardinale Tedeschini, poi da Padre Rubini, Padre Vanti, da Mons. Bafile e da tutti gli abruzzesi presenti nell’ Aula. Prima di chiudere la riunione si diede incarico alla Conferenza San Camillo de'Lellis, promotrice della fondazione del Sodalizio, di preparare un progetto di statuto per stabilire l’ordinamento e le specifiche condizioni per il funzionamento del Sodalizio. Lo statuto fu redatto dal giurista e filosofo abruzzese Prof. Giuseppe Capograssi che era intervenuto ed aveva sottoscritto l’atto di fondazione del Pio Sodalizio. Lo statuto fu subito approvato nell’Assemblea del 25 febbraio 1945 ed il primo marzo dello stesso anno fu approvato anche dal Vicariato di Roma. Nella stessa assemblea fu eletta una Commissione Esecutiva Provvisoria incaricata di avviare la vita del Sodalizio. Il 3 marzo la Commissione procedette ad una prima elezione delle cariche sociali, nominando Presidente Mons. Enrico Carusi, eminente studioso della Biblioteca Apostolica vaticana, Tesoriere l’Avv. Prof. Ercole Giammichele e Segretario Mons. Corradino Bafile. Assistente Ecclesiastico fu nominato Mons. Alfredo Pulcinelli. Il Cardinale Tedeschini, a norma dell’art. 6 dello statuto (Collegio di Patronato), ebbe il titolo di “Alto Patrono” del Pio Sodalizio degli Abruzzesi “San Camillo de'Lellis”.
Il 20 dicembre 1946 il Prefetto Generale dei Ministri degli Infermi (Camilliani) concedette al Sodalizio l’Aggregazione Spirituale, ossia la partecipazione alle grazie ed ai privilegi dell’Ordine ed ai meriti delle buone opere compiute dai Religiosi.
Si cercò subito di trovare una sede per avviare l’attività dell’associazione. Si ebbe notizia dell’esistenza, in via della Scrofa n. 70, di tre piccole stanze, al piano terreno del palazzo di proprietà della Santa Sede. Le stanze erano state date in uso alla Società Antischiavista d’Italia, associazione di cui il Cardinale Tedeschini era protettore, ma che da diversi anni non svolgeva più alcuna attività. Per interessamento di Mons. Bafile il Pio Sodalizio degli Abruzzesi “San Camillo de Lellis“, ebbe la possibilità di avviare l’attività in quella sede.
Il Cardinale Bafile – nella seduta commemorativa del quarantennio del Sodalizio (Vita Nostra, Marzo 1985, n.1) – racconta il primo caso che “San Camillo ci inviò da soccorrere” chiedendo aiuto al “Segretariato della Carità”: “Recatici in sede per vedere come organizzarci, troviamo presso il portiere una donna di età matura, vestita alla “paesana”, che stava ad attenderci. Era del vicinato di Bucchianico ed era stata chiamata a Roma per riprendersi un suo figliuolo soldato, che veniva prematuramente congedato a causa di manifestazioni di squilibrio mentale. Sennonché, giunta a Roma ed all’Ospedale Militare, non aveva trovato il figlio. Questo era scomparso, senza lasciare traccia. Da indagini telefoniche era risultato che al paese non si era ripresentato. Qualcuno aveva suggerito all’afflitta madre di rivolgersi al Sodalizio di San Camillo, di cui avevano parlato i giornali, ed essa era subito venuta a chiedere assistenza ed aiuto nel suo smarrimento. Pubblicammo subito un avviso su alcuni quotidiani benevoli, pregando chiunque avesse notizie del disperso di volerlo segnalare al Pio Sodalizio degli Abruzzesi “San Camillo de'Lellis” e per esso al portiere in Via della Scrofa 70. Lo scopo fu subito raggiunto. Uno o due giorni dopo, trovammo allo stesso posto la buona donna che veniva a ringraziare. In questo episodio si sembrò di poter ravvisare un incoraggiamento da parte del Cielo!”
Nel 1956 il Pio Sodalizio poté avere in affitto un vasto appartamento al secondo piano di un fabbricato in Via di Santa Maria dell’Anima al n. 45, che il socio-fondatore Mons. Bosio Federici aveva lasciato in eredità al Seminario Diocesano de L’Aquila. L’inaugurazione della nuova Sede Sociale ebbe luogo il 9 giugno dello stesso anno. La sede, dotata di locali ampi e luminosi, rese possibili frequenti incontri culturali e diede ospitalità al “Centro Universitario Abruzzese” che si proponeva di assistere gli studenti abruzzesi iscritti nell’università di Roma.
Nel 1959 passava all’eternità l’Alto Patrono il Cardinale Federico Tedeschini, il cui autorevolissimo sostegno ed interessamento continuo erano stati fondamentali per la fondazione e per l’inizio dei primi passi del Sodalizio. Il Cardinale Alberto Di Jorio, originario di Fallascoso, gli succedette nella carica di Alto Patrono. Egli mostrava per il Sodalizio grande affetto cui diede una prova molto eloquente mettendo a disposizione la somma necessaria per l’acquisto di un appartamento da utilizzare come sede.
Gli anni ’60, furono importanti e decisivi per il Sodalizio che, sotto la guida dell’Alto Patrono il Cardinale Alberto Di Jorio e la Presidenza del Cavaliere del Lavoro Antonio Marziale, di Giulianova, consolidò la propria fisionomia di Associazione Laicale a Scopo di Culto e Religione. Furono apportate importanti modifiche allo Statuto Sociale tra cui la modifica al nome della associazione che da “Pio Sodalizio degli Abruzzesi San Camillo de’Lellis” diventava “Sodalizio degli Abruzzesi San Camillo de’Lellis”.
Con decreto del 10 luglio 1962, il Cardinale Clemente Micara, Vicario di Roma, concedeva al Sodalizio l’erezione Canonica definitiva. Nello stesso anno il Vicariato di Roma approvava definitivamente lo Statuto Sociale del Sodalizio.
Con decreto del Presidente della Repubblica, n. 1937 del 23 dicembre 1962, si concedeva il Riconoscimento di personalità giuridica dell’Associazione laicale a scopo di culto e religione, denominata “Sodalizio degli Abruzzesi – San Camillo de Lellis”, con sede in Roma.
L’11 ottobre 1968 con la somma messa a disposizione dal Cardinale Di Jorio, in occasione del suo 50° anniversario di sacerdozio, si procedeva all’acquisto di un appartamento da utilizzare per la sede del Sodalizio. Il Sodalizio divenne proprietario dell’appartamento in via di S. Costanza al n. 7 e l’inaugurazione ufficiale avvenne la sera del 12 aprile 1969.
Dopo la morte del Cardinale Di Jorio, avvenuta il 5 settembre 1979, la responsabilità di “Alto Patrono” del Sodalizio passò al Cardinale Corrado Bafile. Nonostante gli impegni di Curia, il Cardinale Bafile seppe ridare quel tanto di slancio ideale e di capacità organizzativa al Sodalizio che si concretizzò nell’apertura, presso la sede del Sodalizio, del “Centro di Consulenza Familiare “Santa Costanza”. Si tratta di un consultorio che si occupa del disagio familiare, direttamente collegato alle attività, che su questo piano, sono svolte principalmente da associazioni cattoliche.
Il 3 febbraio 2005 passava all’eternità il Cardinale Bafile e la responsabilità di “Alto Patrono” del Sodalizio è passata a S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Molinari, Arcivescovo Metropolita de L’aquila alla cui venerata persona va l’espressione di filiale devozione e profonda gratitudine di tutti i noi, con l’impegno a servire il Sodalizio nel rispetto di una tradizione mai venuta meno, a dare generosamente e disinteressatamente il contributo della propria operosità, ma soprattutto impegno a non deludere le attese dei Soci fondatori e dei Vescovi d’Abruzzo.